Corso FOR di Tài Jí Quán
“L’onore più grande non sta nel non cadere mai, ma nell’imparare a rialzarsi.”
Confucio (modificata)
Per il programma FOR è stato attivato un college che al momento conta 2 edizioni di corsi e che sta per iniziare la terza. Durante la seconda edizione ha fatto parte dell’offerta formativa un corso sul Tài Jí Quán. Il primo ciclo di lezioni si è svolto dal 29 settembre al 2 dicembre 2014 per un’ora settimanale presso il centro diurno del Centro Psicosociale di via Romiglia (Brescia). Lo hanno gestito: Valentina Albano (conduttrice) e Stefano Guarnieri (co-conduttore). Ed è stato seguito con impegno e costanza da 11 partecipanti. Durante l’edizione 2015 del programma FOR si svolgeranno altri due corsi di Tài Jí Quán: uno primaverile e uno autunnale. Il primo sarà dall’8 aprile al 27 maggio tutti i mercoledì dalle 9.00 alle 10.00 presso la sala comune al piano inferiore della Comunità Protetta in via Bissolati, 4.
Per comprendere questa disciplina è necessario considerare le profonde radici filosofico-culturali su cui essa poggia, pena una svalutazione di tale pratica e una conseguente riduzione della sua efficacia. Così prima di parlare dei benefici e delle riflessioni inerenti al corso spenderemo qualche parola sulla disciplina che ha legato e fatto lavorare il gruppo.
note storiche, filosofiche e culturali
Tai Chi Chuan (traslitterazione dagli ideogrammi con il sistema Wade-Giles) o Tai Ji Quan (traslitterazione con il sistema Pinyin) letteralmente significa: Pugilato della Suprema Polarità. Questa disciplina è nata in Cina dall’incontro tra arti marziali e pratiche tradizionali per la promozione della salute.
Il periodo e le circostanze in cui è stato ideato sono discussi dagli storici. Alcune leggende fanno risalire la nascita di questa pratica al V secolo D.C. come ideazione di Bodhidarma, monaco buddista e 28° patriarca che dall’India si sarebbe recato in Cina portando con sé l’insegnamento buddista e fondando il monastero di Shaolin. Altre leggende lo fanno risalire al XIII-XIV sec. D.C. come opera del monaco eremita e taoista Zhang San Feng. Entrambi questi personaggi sono figure leggendarie semi-storiche.
Nel Tai Ji Quan sono contenute e fuse insieme le complesse e multiformi radici culturali da cui nasce la cultura cinese e il suo corpus medico, cioè Buddhismo, Confucianesimo e Taoismo. L’essere umano e l’intero universo in questa visione sono considerati considerato come un’unione inscindibile della componente fisica e energetica (spirituale, mentale). Così, in questo quadro uno dei concetti fondamentali su cui si basa il Tai Ji Quan è l’interconnessione dei Principi Yin e Yang. Questi due Principi rappresentano forze contrapposte e complementari presenti nel mondo.
YANG
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sole
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luce
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sopra
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avanti
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pieno
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duro
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caldo
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YIN
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terra
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buio
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sotto
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dietro
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vuoto
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morbido
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freddo
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Nel corso dei secoli si sono sviluppati attraverso la Cina e il sud-est asiatico numerosi stili Tai Ji Quan. Quelli principali sono:
- ¥ ¥ Chen
- ¥ Yang
- ¥ Wu/Hao
- ¥ Wu
- ¥ Sun
- ¥ Zhaobao Taijiquan
- ¥ Il Taijiquan nel Wudangquan Fu Zhensong
¥ Viet Tài JíNel Corso FOR di Tài Jí Quán sono state trasmesse e praticate alcune tecniche dello stile Yang e alcune del Viet Tài Jí.
- ¬ Il Tài Jí Quán stile Yang fu codificato sulla base dello stile Chen per opera del maestro Yang Luchan a metà del XIX sec. e fu diffuso da suo nipote Yang Chengfu all’inizio del XX sec. Questo stile conserva tutte le caratteristiche di attacco e difesa dell'arte marziale e incorpora movimenti fluidi e lenti con l'obiettivo promuovere la salute fisica e mentale.
- ¬ Il Viet Tài Jí, che tradotto significa “coltivare l'Energia (Interna) per elevarsi”, nasce nei primi anni ’90 come risultato di una ricerca del Maestro Phan Hoang che ha organizzato e classificato dal punto di vista strutturale e didattico una enorme quantità di informazioni e tecniche in funzione dell’epoca contemporanea in cui popoli con diversa cultura hanno accesso alla pratica del Tàí Jí Quán.
Polarità”). Il Tài Jí Tú rappresenta:
Il simbolo che rappresenta il Tài Jí Quán è il Tài Jí Tú (traduzione: “Diagramma della Suprema - − l’interscambio e la mutua rigenerazione di Wi Ji (assenza di polarità, Non Essere) e Tài Jí (suprema polarità, Essere)
- − la continua trasformazione l’uno nell’altro dei due Principi complementari Yin e Yang, dai quali emerge tutto ciò che esiste
- − il perpetuo movimento dell’universo
La rappresentazione ideale del Diagramma dovrebbe essere in rotazione oraria.
La leggenda narra che questo simbolo sia stato pensato da un monaco che osservando una montagna notò che il sole riusciva ad illuminarla completamente solo allo Zenit, ma per il resto del giorno ne illuminava sempre parti diverse a seconda del momento lasciando le altre parti all’ombra. La leggenda narra che l’idea nacque proprio per l’osservazione del monaco che sia le parti toccate dai raggi sia quelle in ombra continuavano sempre ad esistere e non scomparivano mai. Nacque così il Tài Jí Tú, che nella sua versione originale lo Yin era di colore blu e lo Yang era rosso. Anche gli occhi dei due “pesci” (figure speculari nel diagramma) non esistevano nella versione originale, vennero introdotti per rappresentare il fatto che quando un principio raggiunge il suo culmine vi è già l’inizio del principio complementare.
Le tecniche del Tài Jí Quán vengono insegnate in sequenze, che vengono chiamate “linee” o “forme” e possono contemplare l’uso delle armi o la mano nuda (senza le armi). Questa disciplina, quindi, si può definire sia come un’arte marziale sia come una pratica salutistica. Considerando il primo aspetto, tra le più evidenti diversità rispetto ad altre arti marziali, questa disciplina utilizza nell’incontro con l’avversario: l’elasticità, la forza dell’altro contro di lui e la calibrazione dei movimenti piuttosto che l’impetuosità dirompente. Per quanto riguarda l’aspetto salutistico gli esercizi e le tecniche del Tài Jí Quán armonizzano lo stato vitale attraverso la combinazione di movimenti lenti e armonici e un uso consapevole del respiro. Per questo motivo fa parte integrante della Medicina Tradizionale Cinese.
Il Tài Jí Quán in quanto arte marziale e pratica salutistica si basa su 10 assiomi da seguire nell’esecuzione delle tecniche:
- • essere vuoti, avere la mente pronta e l'energia della sommità del capo
- • tenere rientrato il petto e stirare la schiena
- • rilassare la vita
- • distinguere il vuoto e il pieno
- • abbassare le spalle e far scendere i gomiti
- • usare il pensiero e non la forza muscolare
- • accordare la parte superiore con quella inferiore
- • unire la parte esterna con quella interna
- • muoversi in modo continuo e senza interruzioni
- • cercare la calma nel movimento
In generale i movimenti del Tài Jí Quán si basano sullo spostamento del peso, il movimento e la rotazione dell’intero corpo in modo armonico e bilanciato mantenendo il centro di gravità dell’individuo ai limiti della stabilità. Così, attraverso la guida dei dieci assiomi, il Tài Jí Quán allena capacità interconnesse:
Concentrazione - Tranquillità
Potenza - Elasticità
Velocità - Coordinazione
Stabilità - Dinamismo
Esplosività - Rilassamento
Forza - Equilibrio
Vigore interno – Salute
Potenza - Elasticità
Velocità - Coordinazione
Stabilità - Dinamismo
Esplosività - Rilassamento
Forza - Equilibrio
Vigore interno – Salute
Diversi studi hanno evidenziato come il Tài Jí Quán, rispettando gli assiomi e allenando le capacità citati sopra, possa portare a benefici per l’intero essere umano, ovvero per le sue componenti relative al corpo e alla mente.
aspetti salutistici legati al corpo
In base alle ricerche scientifiche il Tài Jí Quán contribuisce a:
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aspetti salutistici legati alla mente
In base alle ricerche scientifiche la pratica del Tài Jí Quán contribuisce a:
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il corso di tài jí quán nel programma for
Per ogni persona comunque il vissuto legato al Tài Jí Quán è soggettivo. Così alla fine del corso abbiamo fatto alcune domande ai partecipanti per condividere le riflessioni sull’esperienza trascorsa. Le riportiamo riassumendo per ciascuna quello che ci hanno scritto.
- 1. COSA MI ASPETTAVO PRIMA DI INIZIARE IL CORSO?
In generale i partecipanti si aspettavano di approfondire la conoscenza del Tài Jí Quán ed di essere aiutati nella sua pratica a concentrarsi, respirare in modo profondo e difendersi meglio.
- 2. COME MI SONO TROVATO/A DURANTE LE LEZIONI? CHE SENSAZIONI E PERCEZIONI DEL CORPO HO SPERIMENTATO? COME MI SONO SENTITO/A?
Di volta in volta le tecniche venivano riprese come ripasso e i partecipanti hanno notato che riuscivano a ricordarsi i movimenti con una memoria non necessariamente legata alla consapevolezza razionale. Questo ha permesso di progredire con le lezioni e gli apprendimenti, anche se purtroppo per molti non è stato possibile riprodurre le tecniche a casa nonostante avessero l’intenzione di farlo. In generale tutti durante il corso si sono trovati a proprio agio.
- 3. COME È STATO LAVORARE IN QUEL GRUPPO?
Il gruppo ha lavorato in sinergia e molti hanno vissuto le difficoltà con più serenità in quanto sono stati vissuti insieme e in condivisione sia i momenti in cui le hanno incontrate sia quelli in cui sono state affrontate.
- 4. QUALI SONO GLI ASPETTI CHE MI SONO PIACIUTI DI PIÙ DEL CORSO?
In generale il corso è stato apprezzato dai partecipanti, in particolare gli aspetti rilevanti sono relativi alle relazioni interpersonali. Per molti, infatti, è stato positivo riuscire ad instaurare una comunicazione efficace e una buona empatica con persone prima sconosciute.
- 5. QUALI SONO GLI ASPETTI CHE MI SONO PIACIUTI DI MENO?
Alcuni avrebbero voluto ripetere gli esercizi a casa, ma siccome questo corso rappresenta l’inizio dell’apprendimento del Tài Jí Quán per il momento non è stato possibile consolidarne l’acquisizione.
- 6. CHE PROPOSTE HO PER UN EVENTUALE ALTRO CORSO DI TAI JI QUAN?
Molti partecipanti hanno proposto di fare le lezioni più lunghe, ovvero 1h30’ invece che 1h, oppure di raddoppiare gli incontri settimanali, 2 invece che 1. Inoltre, alcuni hanno chiesto di imparare nuove forme. Altri vorrebbero ripetere quelle già apprese per consolidarle. Altri ancora chiedono che vengano insegnate delle nuove forme più brevi per poterle ricordare e ripetere a casa.
- 7. COSA MI PORTO A CASA DA QUESTO CORSO?
I partecipanti riferiscono di aver conosciuto molte persone con cui è nata un’amicizia, sentirsi più sereni e di percepire maggiore consapevolezza di se stessi per esempio nel respiro, nei movimenti e nella concentrazione.
riflessioni conclusive
Per chi lo ha proposto e gestito questo corso è stato un’occasione per proseguire lo studio e la maturazione dei valori legati alla disciplina. La passione per il Tài Jí Quán si è propagata nel gruppo e tutti i partecipanti si sono dedicati con impegno al corso. Per questo è stato possibile lavorare insieme in armonia!
Così come per i partecipanti il corso nel programma FOR è stato il primo incontro con il Tài Jí Quán, anche chi lo ha condotto e co-condotto c’è stata una prima volta. Le sensazioni e i pensieri di allora hanno guidato le modalità di insegnamento delle tecniche e del loro significato. Riportiamo, quindi, un estratto di quel vissuto che Stefano Guarnieri ha condiviso con i partecipanti all’inizio del corso per offrire tramite l’esempio personale: la normalità nel trovare difficoltà nell’esecuzione degli esercizi, i modi per superarle e i benefici che questa disciplina orientale offre.
Dopo aver vissuto per un periodo il disturbo bipolare, mio fratello Paolo mi ha parlato del Tai Ji Quan che lui aveva praticato per poco tempo. Avendo sentito la sua esperienza, mi sono documentato via internet su questa disciplina e su quali benefici potesse avere su persone disagio psicologico. Così ho iniziato il corso annuale di Viet Tai Chi nell’ottobre del 2011. Alla prima sera ero teso e agitato nel dover affrontare questa nuova esperienza e di condividerla con il gruppo. All’inizio l’insegnante ci ha mostrato il saluto del Tai Ji vietnamita ed io sentivo i muscoli contorti: mi facevano male le gambe. Poi ci ha introdotto le prime tecniche chiamate di “broccato” e altre 6 definite “meravigliose” perché danno armonia al corpo e ti donano tranquillità. Durante le altre lezioni ho cominciato a sentire benefici e a poco a poco ho liberato la mente da pensieri negativi. Successivamente ho appreso tante tecniche e durante le lezioni i miei muscoli non hanno più tremato e mi sentivo più sciolto nei movimenti grazie all’aiuto della mia insegnante che interveniva per darmi sicurezza.
Adesso quando partecipo non solo alle lezioni, ma anche ad eventuali incontri per apprendere meglio le conoscenze sul Tai Ji, vivo queste esperienza con interesse, con gioia e con grande ammirazione per chi mi dona attraverso i principi fondamentali tranquillità e pace. Questa disciplina mi aiuta a vivere al meglio la mia giovinezza e la mia crescita come uomo soprattutto accrescendo ogni giorno di più la forza di combattere e di guardare con occhi sereni quello che mi prospetta il futuro.
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ringraziamo
chiunque abbia reso possibile la realizzazione di questo corso
e tutti coloro che ne siano interessati!!!
VI ASPETTIAMO AI CORSI DI Tài Jí Quán
NELL’EDIZIONE 2015 DEL PROGRAMMA FOR !!
NELL’EDIZIONE 2015 DEL PROGRAMMA FOR !!
Fonti web :
- • http://www.bnhc.co.uk/component/content/category/30?layout=blog
- • http://en.wikipedia.org/wiki/Tai_chi
Fonti cartacee:
• Moiraghi C., Tai Ji Quan, la forma breve e la forma lunga, Aremenia-PAN, Milano, 1995.
da questo corso porto a casa una bellissima esperienza nel ruolo di facilitatore e nell aver fatto conoscere quest'arte a persone che vogliono trovare equilibrio e benessere nel loro quotidiano. un grazie speciale va agli operatori del cdap e al dr fazzari per avermi aiutato in questo percorso di crescita e soprattutto grazie alla mia supporter Valentina Albano per avermi sostenuto nei 10 incontri del corso appena concluso.
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