LA
TERAPIA ELETTROCONVULSIVANTE
informazioni per l’utente
1.
IL PERCHE’ DI QUESTA
PRESENTAZIONE
La Terapia elettroconvulsivante (TEC) è stata diffusamente praticata
in tutto il mondo, a partire dal 1938. Ancor oggi nel mondo vengono effettuate circa due milioni di applicazioni di
terapia elettroconvulsivante
l’anno e compare in tutte le linee guida di
terapia psichiatrica di pazienti gravi.
E’ considerata in ambito medico
un metodo sicuro, efficace e indolore, con un basso rischio di gravi effetti
collaterali. E’ considerata dagli psichiatri una terapia salvavita per le forme più gravi di depressione
resistente alla terapia farmacologica ed altri disturbi mentali.
Tuttavia, questo punto di vista
non è sempre stato condiviso dall’opinione pubblica, e ciò è assolutamente
comprensibile. Molto di ciò che la gente pensa riguardo alla TEC deriva infatti
dal modo in cui è ritratta nei films, fiction televisive, la cui funzione è
quella di fare spettacolo, non quella di dare informazioni scientificamente
valide.
Nonostante questi presupposti per una serie di motivazioni di vario
genere, compresi pregiudizi, la TEC non raccoglie in Italia quel consenso che
invece universalmente le viene riconosciuto.
Nel nostro Paese, con una popolazione di circa 60 milioni di abitanti,
vi sono complessivamente tra pubblico e privato, solamente 16 Centri dove viene
praticata la TEC. Da questo punto di vista non siamo in Europa!
Stato
|
Numero di centri TEC
|
Abitanti
(x 1 milione)
|
Disponibilità
(n. di centri per TEC
ogni milione di abitanti)
|
Danimarca
|
35
|
5
|
7
|
Svezia
|
61
|
9
|
6,78
|
Spagna
|
233
|
46
|
5,06
|
Scozia
|
27
|
5,5
|
4,91
|
Ungheria
|
34
|
10
|
3,4
|
Belgio
|
32
|
10
|
3,2
|
Regno Unito + Irlanda
|
160
|
55
|
2,91
|
Olanda
|
35
|
15,5
|
2,26
|
Germania
|
180
|
82,4
|
1,93
|
Francia
|
Circa 100
|
66
|
1,5
|
Austria
|
10
|
8
|
1,27
|
Italia
|
16
|
60
|
0,27
|
Le preoccupazioni più
frequentemente espresse sono che la TEC sia inefficace, che crei effetti
collaterali inaccettabili e che sarebbe praticata in modo eccessivo ad anziani,
donne e persone svantaggiate.
Non c’è alcuna evidenza
scientifica alla base di queste preoccupazioni: le informazioni che qui
presentiamo sono tratte dalla letteratura scientifica recente.
In Italia, nel dibattito sulla TEC, si
registrano ancora oggi molti pregiudizi ideologici, raccolti purtroppo anche da
alcuni ambienti politici ed istituzionali; nella Circolare Bindi,
impropriamente chiamata “Legge
Bindi” del 15 febbraio 1999 pag 2, si legge “la Psichiatria attualmente dispone
di ben altri mezzi per alleviare la sofferenza mentale, al punto tale che la TEC risulterebbe quasi desueta
in Italia almeno nelle strutture pubbliche sia universitarie che del Servizio
Sanitario Nazionale.
2.
LA STORIA DELLA TERAPIA
ELETTROCONVULSIVANTE (TEC)
Già negli anni ‘30 si era notato che le persone
affette sia da epilessia che da problemi di salute mentale spesso, dopo un
attacco epilettico, ottenevano un rapido miglioramento dei sintomi
psichiatrici. Meduna a Budapest e Sackel a Vienna introdussero quindi delle
tecniche finalizzate ad ottenere una crisi convulsiva a scopo terapeutico.
Queste due esperienze, rispettivamente con somministrazione di cardiazol e di
insulina, erano pericolose per il paziente. Pochi anni dopo, l’11 aprile 1936 a
Roma, due neuropsichiatri italiani, Cerletti e Bini, che da tempo
sperimentavano l’effetto di applicazioni elettriche sul cervello di animali da
esperimento, decisero di trattare con una stimolazione elettrica un paziente,
un giovane ingegnere milanese che era stato trovato in condizioni di grave
scompenso psichico mentre vagava confuso nella stazione ferroviaria a Roma. Il risultato fu
eccellente e rapidamente l’utilizzo di questa tecnica si diffuse in tutto il
mondo.
In passato, la TEC è stato usata
per un'ampia varietà di problemi, senza anestesia e sono stati anche praticati
trattamenti molto prolungati. CIO’ NON ACCADE PIU’ DA MOLTISSIMO TEMPO.
Tuttavia, la TEC rimane controversa. Alcune persone vogliono che venga vietata;
altri sostengono che abbia salvato le loro vite. Una delle obiezioni che portano i detrattori della TEC è
rappresentata dal fatto che non se ne conosce ancora esattamente il meccanismo
d’azione.
Si può rispondere a tali
osservazioni che sappiamo di più di
come funzionano la TEC e i trattamenti farmacologici di come funziona la
psicoterapia.
Nonostante la ricerca riguardo
alla TEC risulta di fatto sfavorita per non avere alle spalle i finanziamenti
dell’Industria farmaceutica, negli ultimi anni sono numerosi i contributi
apparsi su riviste scientifiche internazionali di prestigio in relazione ai
meccanismi d’azione, all’efficacia alla sicurezza.
3.
QUANDO LA TEC VIENE
UTILIZZATA?
Un
medico può consigliare la TEC:
•
In presenza di un quadro
depressivo grave prolungato in cui i trattamenti farmacologici sono risultati inefficaci o solo
parzialmente efficaci.
•
Se la malattia sta compromettendo in modo grave il funzionamento psicosociale del paziente.
•
Se la terapia farmacologica ha dovuto essere interrotta a causa di gravi effetti
collaterali e terapie alternative non hanno funzionato.
•Se
la vita di un paziente è in
pericolo a causa del rifiuto di mangiare o bere e il rifiuto di accettare
misure atte a garantire la sopravvivenza.
•In
caso di alto ed immediato rischio suicidario
4.
QUALI SONO LE GARANZIE PER I
PAZENTI CANDIDATI?
• Nella stragrande maggioranza dei casi i
trattamenti TEC sono programmati e non avvengono in urgenza. E’ preferibile che
ci sia tutto il tempo necessario per poter discutere
il trattamento.
• E’ sempre importante parlare con
qualcuno, un medico esperto, il suo medico di famiglia, un infermiere, una persona
di fiducia.
• E’ possibile richiedere di poter parlare con utenti esperti che hanno
ricevuto la TEC.
• Si assicuri che le alternative alla TEC
le siano stati spiegate. Si assicuri di sapere che cosa accadrà se non otterrà
il trattamento TEC.
• Le Linee Guida Internazionali a cui facciamo riferimento sono
Ø NICE (National Institute for Clinical Excellence),
Ø CANMAT
(Canadian Network for Mood
and Anxiety Treatments)
Ø WFSPB
(Guidelines on Brain Stimulation Treatments in Psychiatry)
Ø
Linee Guida Associazione Italiana per la Terapia
Elettroconvulsivante
Tutte le linee
guida sono disponibili su richiesta e scaricabili all’indirizzo internet citato
in bibliografia.
5.
LA PROPOSTA DI TRATTAMENTO
CON TEC PUÒ ESSERE RIFIUTATA?
Di norma il trattamento può
essere rifiutato, come del resto ogni trattamento. Se accetta di sottoporsi alla TEC le verrà chiesto di
firmare un modulo di consenso prima dell'inizio di ogni trattamento e potrà
ritirare il consenso in qualsiasi momento.
La TEC può essere somministrata a persone che non sono in
grado di esprimere il loro consenso solo in casi di documentato “stato di
necessità”, cioè in situazioni di
estrema urgenza. Se un consulente ritiene che la vita di un paziente sia in
pericolo a causa di una grave depressione, allora la TEC può essere praticata in urgenza per
“stato di necessità”. In caso di
persona giuridicamente incapace o con limitata a capacità di intendere e di
volere, la TEC può essere praticata dopo aver acquisito il consenso delle
figure di tutela giuridica.
Il consenso del paziente va
comunque costantemente ricercato.
6. COSA SUCCEDE EFFETTIVAMENTE DURANTE IL TRATTAMENTO
TEC ?
Il trattamento prevede di norma
la degenza in Day Hospital per il solo tempo necessario ad effettuare la TEC.
Il trattamento viene praticato
alla presenza di uno psichiatra e di un anestesista esperti e di un nurse di
sala operatoria. Un anestetico
viene somministrato per via e.v. da un anestesista e questo le indurrà il sonno. Mentre dorme, le
verrà somministrato un rilassante muscolare. Poi una corrente elettrica ad
impulso ultrabreve, attentamente
calcolata nella dose raggiungerà il cervello tramite elettrodi, per pochi
secondi. L'effetto è quello di innescare una crisi convulsiva. A causa della
terapia miorilassante, ci sarà un movimento del corpo generalmente molto
limitato.
Non è un intervento chirurgico,
non viene fatto nessun taglio.
Lei non percepirà nulla durante
il trattamento a causa dell'anestesia. Vengono routinariamente monitorati la funzione cardiaca, respiratoria e cerebrale.
7.
COME VIENE GENERALMENTE SOMMINISTRATA
LA TEC?
Il protocollo prevede
un ciclo di trattamento di 8 applicazioni. La TEC viene
solitamente somministrata tre volte a settimana.
Quando il paziente, migliorato
comunque con il ciclo standard, presenta una ricaduta entri le 12 settimane dal trattamento c’è
l’indicazione alla TEC di Continuazione.
La TEC di Mantenimento è indicata
per i pazienti che hanno una storia importante di ricadute, o quando i sintomi
ricompaiono o alla sospensione trattamento di continuazione.
Con “TEC di Mantenimento” intendiamo la TEC praticata ad intervalli di
somministrazione abitualmente compresi tra una settimana e tre mesi.
8.
QUALI SONO GLI EFFETTI
COLLATERALI IMMEDIATI?
Spesso il trattamento non provoca effetti collaterali ;
talvolta potrà lamentare subito dopo il trattamento cefalea, prevalentemente
muscolo tensiva, e dolori
muscolari che rispondono rapidamente ad un miorilassante e/o antidolorifico ed
una sensazione di confusione per
un breve periodo e ancor più raramente nausea, gestibile farmacologicamente.
9.
QUALI SONO I RISCHI?
I rischi sono molto limitati.
• Il tasso di mortalità è di 1 ogni 50.000, che rappresenta il rischio
anestesiologico, inferiore al rischio di suicidio nel corso della vita
di un paziente con disturbo dell’umore grave.
• I pazienti in condizioni
mediche generali compromesse hanno un aumentato rischio di sviluppare problemi
cardiaci o respiratori dopo il trattamento, soprattutto a causa del fatto che
viene pratica un’anestesia generale, sia pure della durata di pochi minuti.
• Il rischio di viraggio verso
l’euforia esiste come nel trattamento con farmaci antidepressivi. La
prosecuzione del trattamento TEC è indicata anche per risolvere la fase
euforica.
• la mancata effettuazione della TEC ha comunque dei rischi. Alcuni studi hanno
dimostrato che la malattia
depressiva aumenta il tasso di mortalità
e che il tasso di suicidio è più alto nei pazienti depressi gravi non trattati
con la TEC
1.1.
L’INCONTRO CON L'ANESTESISTA
Il paziente incontrerà di norma
l'anestesista immediatamente prima
della TEC. L'anestesista discuterà con lei e con lo psichiatra dell'anestetico
scelto e dei rischi prima del trattamento effettuato in anestesia generale.
10.
GLI EFFETTI INDESIDERATI
1.1.GLI EFFETTI INDESIDERATI COMUNI
Ø Sensazione di malessere e nausea: Il
disturbo può essere trattato con
farmaci anti-vomito ma può comunque perdurare alcune ore dopo la TEC.
Ø Cefalea: Il
mal di testa solitamente si risolve in poche ore e può essere trattato con comuni
antidolorifici .
Ø Indolenzimenti,
dolori e mal di schiena:
durante il trattamento si possono contrarre eccessivamente i muscoli della
braccia, delle gambe, del collo e della schiena: la somministrazione di un
miorilassante risulta generalmente efficace.
Ø confusione
o perdita di memoria: questo
è comune a causa degli effetti della TEC. Può durare pochi giorni o settimane.
Ø Danni
ai denti, labbra e lingua:
durante l’applicazione elettrica la contrattura dei muscoli facciali può essere
causa di danni ai denti, labbra o alla lingua. Per questo motivo verifichiamo
preventivamente l’eventuale presenza di dentiera, o di problemi dentari in genere ed utilizziamo un paradenti
per proteggere la lingua, che posizioniamo prima dell’applicazione.
11.
Disturbi della memoria e TEC
La
compromissione della memoria successiva alla TEC è comune.
La
compromissione della memoria può essere associata alla depressione grave e può
essere rilevata anche quando i pazienti non sono stati trattati con la TEC .
Alcuni
studi hanno dimostrato che la TEC non peggiora la compromissione cognitiva
caratteristica della depressione grave.
1.2.
Possono esserci problemi di
memoria permanenti dopo la TEC ?
Sì , un piccolo numero di pazienti riferisce di aver perso alcuni ricordi del passato, recuperati
anche dopo molti anni .
La ricerca in questo ambito è
sempre molto difficile. Infatti è arduo
sapere quanto di questo sia causato dalla TEC e quanto dalla depressione grave
.
Nonostante queste premesse non c'è dubbio
che la compromissione della memoria a breve termine durante il ciclo e nelle
settimane immediatamente successive è molto comune ( 60-70 % dei pazienti).
La
compromissione della memoria causata dalla TEC si risolve gradualmente,
generalmente entro il 1° mese e nella stragrande maggioranza dei casi comunque
entro i sei mesi successivi al trattamento,
12.
LA TEC PUÒ CAUSARE DANNI
CEREBRALI ?
La risposta semplice è 'NO'
13.
MA ALLORA, PERCHE’ IL
TRATTAMENTO CON LA TEC E’ ANCORA COSI’ DISCUSSO?
C'è troppa disinformazione circa la TEC.
Sul web si legge che la TEC provoca
sempre danni cerebrali, cambia irreversibilmente la personalità o addirittura
provoca il cancro al seno…
Molti siti web sulla TEC sono fortemente negativi . I più estremi affermano che
l'elettroshock non fa mai nulla di buono; se i pazienti sembrano stare meglio è
perché sono storditi, scioccati o con danni cerebrali.
Alcuni affermano che la TEC funzioni
perché danneggia la memoria, in altre parole, ti fa dimenticare il motivo per
cui sei divenuto depresso. Questo non è vero, il miglioramento con la TEC non
dipende dal deterioramento della memoria.
Altri sostengono che la TEC funzioni per
i suoi aspetti “punitivi” secondo una lettura proto-psicoanalitica. Questo
perché alcuni pazienti gravemente depressi si sentono colpevoli e pertanto meritevoli
di punizione.
In realtà al di là di
considerazioni pseudo-culturali, abbiamo verificato che la maggior parte dei
pazienti vogliono essere trattati con la TEC perché sperano di ottenere
finalmente una risposta positiva e spesso risolutiva alle loro gravi
sofferenze..
14.
COME AFFRONTARE LA
DISINFORMAZIONE
Si ricordi che internet ha un accesso
libero. Chiunque può esprimere il suo punto di vista. E’ necessario quindi
essere selettivi su quanto si legge.
Se ha
l’impressione che le opinioni negative siano prevalenti, è opportuno parlarne
con altri pazienti esperti, con il personale o chiedere di parlare con uno
psichiatra formato.
E’ utile
discutere tutte le informazioni ottenute con i membri del team curante e, se non soddisfatti,
chiedere un secondo parere.
15.
C’E’ SPAZIO PER MIGLIORARE?
Nell’aprile 2013 si è
costituita l’Associazione italiana per le terapie somatiche in psichiatria
(AITeSP) , che raccoglie tutte le
tecniche di stimolazione cerebrale utilizzate in psichiatria e che ha sostituito
l’Associazione italiana per la terapia elettroconvulsivante (AITEC).
Nel
mese di maggio 2014 il Servizio TEC dell’Ospedale di Montichiari ha ottenuto
l’Accreditamento dal prestigioso Scottish ECT Accreditation Network (SEAN)- NHS
National Services Scotland.
Recapiti:
Servizio TEC UOP 23
AO Spedali Civili di Brescia
Via Ciotti, 154 - 25018
Montichiari (BS)
Tel. 0309963373 – Fax 0309963214
e-mail: psichiatria UOP23
psichiatria23.montichiari@spedalicivili.brescia.it
http://aitesp.blogspot.it
Molto ben scritto ed esauriente. Solo un sadico lascia che il proprio familiare soffra, in attesa che gli psicofarmaci facciano l'effetto desiderato. Mia moglie soffre da tantissimi anni di: schizzoaffetivita', disturbo bipolare, sindrome maniaco depressiva, maini e di persecuzione. (Ha paura che tutto sia avvelenato). Quindi non prende le pastiglie della terapia.Attualmente e ricoverata nel reparto psichiatrico dell'ospedale di Mondovì (cn) in regime di trattamento sanitario obbligatorio. In passato è stata sottoposta a un ciclo di TEC, nel 1977 a Roma nella clinica Samasi e nel 1933 nella clinica san Giorgio di Viverone. Dopo tali trattamenti non ha più avuto crisi importanti per almeno dieci anni. Pensate che allo stato attuale tale terapia possa essere ripetuta? Non ne posso piu'. Grazie
RispondiEliminaSalve,sono interessata alla tec per problemi di depressione grave, catatonico, e agorafobia da molti anni. Ci sono vostri colleghi o ospedali che la praticano in Piemonte? Grazie
RispondiElimina